“la più grande conquista morale che l’uomo abbia realizzato è il lavoro del forgiatore: con esso la violenza distruttrice è trasformata in potenza creatrice.”
Gaston Bachelard
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La citazione fa riferimento al fuoco (di “forza morale” vorrei parlare in un’altra occasione) in questo post vorrei parlare di fuoco T e forgia. I presupposti teorici sono – nei miei limiti – su base scientifica e i riferimenti alla tradizione sono purgati dalla parte “mitologica”. Devo però essere onesto: io amo la tradizione, la vedo come innovazione protratta nei secoli, e concepisco il progresso come un continuum, quindi per me Biringuccio vale quanto Berthier.
Per me una forgia che ha dato la forma e la tempra ad un pattada un laguiole o ad una Katana o kris è uno strumento meraviglioso e penso che anche ai nostri giorni possa essere una tecnologia che produce ottime lame.
Mi riferirò quasi sempre alla forgia a coke ma la forgia a gas – con le dovute differenze – può essere affrontata alla stessa maniera.
Dire che x fare damasco servono alte T è naturalmente una banalità. È come dire a un remover che per fare una lama basta togliere il materiale in eccesso.
Le cose a mio parere da approfondire sono:
• Gli intervalli di T alla quale si deve lavorare
• La qualità del fuoco ossia la necessità di ridurre al minimo la decarburazione superficiale ed avere un riscaldamento omogeneo della b.
TemperaturaProbabilmente è dovuta all’influenza della grande tradizione febbrile italiana il fatto che molto spesso si porta al bianco la billetta di damasco per saldarla. Ma se per un fabbro arrivare con il comune “ferro” a 1200 gradi non conta poi molto, per un bladesmith la cosa è completamente diversa. Se vogliamo preservare le qualità dei nostri acciai dobbiamo rispettare dei range precisi che variano da acciaio ad acciaio.
L’intervallo x fucinatura è quasi sempre 900/1100 ; per alcuni acciai (come il k720) che in USA chiamano red short l’intrvallo è più corto 900/1050.

Vorrei citare Cashen che è un responsabile dell’educational di ABS: : “non vado mai a una calda “bianca” (1200 C°) e MAI faccio scintillare il mio acciaio. La mia esperienza e le mie ricerche han dimostrato, e ne sono fermamente convinto, che minore è la temperatura alla quale puoi eseguire la bollitura meglio è per l’acciaio. Eccessiva decarburazione, allargamento anormale della grano, fessurazioni e fenomeni di disgregazione possono essere il risultato di calde con T troppo alta.”
Di solito chi inizia ha difficoltà a raggiungere le alte T, ma appena ci si arriva sarà facile vedere l’acciaio che nei punti più caldi si gonfia e “ribolle”: quello è un fenomeno di disgregazione, è irreversibile e non bisogna mai arrivarci.
Qualità del fuocoSe, quando parliamo di T, le argomentazioni sono semplici e relativamente incontrovertibili quando ci spostiamo sulla qualità del fuoco andiamo sul personale. Quindi io vi propongo il mio approccio senza spacciarlo per verità assoluta.
Secondo me la qualità del fuoco è la messa a punto di questi fattori:
• Come e quanta aria entra
• La dimensione del coke (e la sua qualità)
• Le zone che si creano
• La T della forgia (quando il pezzo è sopra braciere)
Il gioco è questo: se immetto molta aria la T sale molto ma avrò due effetti, uno che se la T è troppo alta brucio l’esterno della billetta mentre l’interno è ancora freddo, l’altro che l’ossigeno che non viene usato x la combustione va a combinarsi con l’acciaio e avrò una decarburazione molto alta (questo vale anche x forge a gas con aria forzata). Quindi ecco il mio primo consiglio: lavorare molto sulla regolazione dell’aria.
In alcune forge l’aria proviene dai lati (ma il combustibile è diverso, jap stuff), in altre dal fondo indirizzandola verso i lati (tipo est europeo che anch’io uso), altre -la maggior parte- da fondo verso l’alto (la comune grata). Hanno tutte dei pro e dei contro.
Queste le zone che si creano in una forgia tradizionale (da un manuale francese scritto da Gerard Heute)

Mi sembra largamente diffusa la forgia a cupola che mantiene il calore e crea una sorta di forno a riverbero. Anch’io uso questo accorgimento e poso le billette sopra il braciere. Secondo me è molto efficace ma ha bisogno di almeno mezz’ora x andare in temperatura. Ma senza continuare troppo con le spiegazioni vi dico come faccio:
Dopo che la legna ha acceso il coke metto l’aria al massimo e coke 10/30. Dopo 10/15 minuti la forgia è calda ma non al massimo. Abbasso l’aria a metà della portata e metto coke 20/40. Quando metto il coke lo spingo verso il sotto così che la scoria (chiamata dalle nostre parti marogna) che si è fermata vada verso il fondo della forgia e la portata dell’aria non diminuisca. Lavoro per mezzora con pezzi non aperti cioè che possono sopportare la decarburazione (allungamenti, laminazioni ). Poi abbasso l’aria a poco più del minimo (quanti litri al min? non so, la fiamma esce 15 cm dalla camera della forgia x cercare aria) e continuo con il coke 20/40 per 2, 3 ore sempre spingendo verso il fondo la marogna. Non uso pezzature piccole di coke perché secondo me bruciano molto l’esterno della billetta. Un quadro 30x30 deve potersi saldare a una lamiera sp2 mm senza che quest’ultima si bruci o scintilli (anzi l’accaio per lame non deve mai scintillare).
Dimensioni le forgie che molti manuali propongono sono progettate per le esigenze dei fabbri. Da cosa dipende il dimensionamento della forgia x damasco ? Io penso dalla dimensione della billetta
Larghezza Quindi: quanto grande la billetta? Quanto larga e lunga?
Per acciai a medio contenuto di C e una calda media (cioè a T con colore rosso-arancio)si considera sufficiente la potenza di 5 ton x pollice quadro, per acciai più tenaci si va dai 10 ai 15 ton x pollice quadro. Nel damasco per lame si usano pacchetti che hanno medie che si avvicinano al 0,8 di C ma la calda è sempre alla T di forgia massima consentita per ogni singolo acciaio (quindi si va verso il giallo chiaro ma attenzione… ogni acciaio ha il suo intervallo! Gia detto lo so…). Nella mia esperienza una billetta larga 60 mm lunga 70/90 mm è ben lavorabile da una pressa da 27 ton.( Il manuale del mio maglio Apuania Corsi con mazza 40 kg prescrive lavorazioni di quadri max 40x40mm, teoricamente sarebbe sottodimensionato per una billetta di sez 40x60!!).
Quindi una forgia larga 80/ 100mm potrebbe essere sufficiente nel mio caso; in realtà siccome ho sempre poco tempo e il damasco mi diverte molto io tengo in forgia 3 billette contemporaneamente e quindi l’ho fatta larga 180 mm. Per un neofita che usa pressa manuale e allungamento a mazza è consigliabile fare billette più piccole e forgie più strette (anche xchè così si risparmia carbone).
Altezza Come già detto l’idea di coprire il braciere e creare una sorta di tunnel è buona. Lo strato di coke deve essere di almeno 80 mm per poter “consumare” buona parte dell’ossigeno che viene da sotto. L’altezza buona potrebbe essere 200 mm – i fumi devono uscire e h 100 120 può essere sufficiente-
Profondità la profondità dipende da che tipo di lavorati si andrà a fare; nel caso di un damasco potrebbe essere utile avere una profondita 400 per avere spazio x i pezzi allungati e poter spingerci le scorie. Questo non significa avere un braciere di 400 , io lavoro con uno da 200 .
Fumi; ho costruito un camino che attira i fumi della forgia, anche una cappa può andar bene, l’importante è non “affumicarsi”. La forgia è su ruote per poterla spostare e l’altezza da terra è tale da vedere dentro senza piegarsi. Posterò foto della mia forgia nei prossimi giorni nella sezione dedicata.
Come già successo forse ho prodotto un po’ di caos in qualcuno: poco importa, speriamo che dal caos nasca nuova vita!